Difficoltà: facile
Dislivello in salita: 380
Quota partenza: 820
Quota arrivo: 1200
Tempo di salita: 1 ora
Tempo di percorrenza: 4 ore
Punti acqua sul percorso: 1
Partenza da: S. Pietro Monterosso
Descrizione:
Il percorso parte a S. Pieto Monterosso a 815 mt. dov’è possibile visitare il museo
all’aperto de “I Babaciu”: personaggi in fieno a grandezza naturale che presentano la vita
del borgo ad inizio secolo scorso.
Da S. Pietro si raggiunge dopo circa 45 minuti su stradina sterrata i 1025 mt. della Coumbeto (Combetta),
prima tappa del nostro viaggio; raggiunta solo recentemente da una più comoda strada carrozzabile.
Protagonista della locale resistenza nell’ultima guerra mondiale, sorge in ottima esposizione e in zona
panoramica che consente una visione completa della struttura della Valle Grana e del
vallone laterale di S. Pietro.
L’architettura alpina l’accomuna a Fougirous (Fugirosso)che dista solamente 15 minuti di cammino su comoda strada
sterrata, è la borgata che ha saputo resistere meglio al passaggio degli anni; ha fisicamente resistito all’incurie del
tempo, ma anche a restauri e ristrutturazioni frettolose che invece hanno colpito molto
spesso altre zone; queste due località, che si seguono nel nostro itinerario, infatti sono
l’esempio concreto della maestria e dell’ingegno che dimoravano presso i nostri valligiani
che, a loro insaputa, vivevano convivendo con il territorio che in quella zona poteva loro
offrire solamente una delle sue numerose risorse, la pietra.
Qui tutto è pietra: il davanzale, il pavimento, la fontana, il tetto, il muro, la scala e a tratti
perfino il sentiero che lentamente si trasforma in pietra raggiungendo le maestose cave di ardesia che nei
secoli sono sorte a pochi minuti da queste due località.
L’imponente presenza di questi 11 grandi bocche ricavate a forza di braccia nella roccia viva sono il segno più maestoso
che la presenza dell’uomo ha lasciato in Valle Grana.
Queste “bocche” hanno sfamato le altre numerose bocche di altrettanto numerose famiglie che nelle due borgate e nella
Valle vivevano e che da esse ne traevano il sostentamento.
L’estrazione si è interrotta alla fine degli anni settanta a causa delle nuove norme di sicurezza dei cantieri che non
rendevano più economicamente conveniente la lavorazione.
Le undici cave di ardesia insistono su una venatura di roccia con caratteristiche di alta qualità meccanica e di
ottima durata.
Le lose estratte sono ancora oggi riciclate ed utilizzate su molti tetti delle ristrutturazioni edili della zona,
ma le eccellenti qualità sono conosciute, apprezzate e
ricercate anche in Val Maira e Valle Stura.
Il sentiero che raggiunge le cave si snoda poi a destra dell’enorme montagna di “materiale di scarto” che è stato riversato negli anni nel
vallone è possibile continuare la salita fino ai 1200 metri dove il paesaggio cambia
completamente raggiungendo la frazione Ruero (Frise), oppure ridiscendere attraversando
subito il detrito di scarto e visitare la cava più a valle dove si vedono ancora le tracce
delle impalcature e delle funi che permettevano più recentemente la discesa a valle dei
blocchi di pietra.
Una comoda strada sterrata ci riporta sulla provinciale che con una
discesa di 40 minuti ci riaccompagna a S. Pietro dopo aver attraversato il borgo di
Sonvilla e di Saretto.